Il 12 maggio abbiamo festaggiato la "Madonna della Misericordia"
Erano trascorsi ben 18 anni dall’ultima processione con al centro l’immagine sacra e miracolosa della Madonna della Misericordia di Santa Chiara. Quest’anno, il giorno 12 maggio, Festa della Madonna della Misericordia e anniversario del miracolo del 1850, la processione si è rinnovata, confermandosi quale espressione sincera e forte di una fede genuina e profonda.
I dubbi non erano pochi, ma la proposta ha immediatamente suscitato calorose adesioni, risposte concrete e operose per predisporre tutto quello che era necessario a realizzare una processione che accompagnasse Maria, Madre della Misericordia, per le vie della nostra città, tra preghiere, meditazioni, invocazioni e canti.
Nel promuoverla, i Padri del Preziosissimo Sangue, sostenuti dai numerosi fedeli che frequentano il Santuario, si sono affidati prima di tutto proprio a Lei, la Madre premurosa e dispensatrice di grazie e aiuti spirituali e materiali, la Festeggiata.
Il 12 maggio, giorno della Festa della Madonna, dopo la Santa Messa solenne, la processione si è snodata per Via Bastioni Meridionali, sino all’Arco d’Augusto, ha preso Vicolo Santa Chiara, Via Fratelli Bandiera, Via Bertola, ha imboccato il Corso d’Augusto e da lì è ritornata al Santuario.
Tante le persone intervenute, unite da una preghiera che si è fatta pubblica e dal comune desiderio di testimoniare, senza titubanza alcuna, la propria fede, nella consapevolezza che essa è sì risposta personale, ma non può mai ridursi a fatto privato, perché ha inevitabilmente implicazioni decisive nella vita di una comunità.
C’è da chiedersi perché una così grande e per certi versi inaspettata manifestazione di fede.
Rispondiamo con una riflessione - che ci sembra molto attuale - del compianto Card. Marco Cè, riferita al brano evangelico delle Nozze di Cana, che riportiamo qui di seguito:
“Maria è la donna che con audacia materna presenta al Figlio, che sta per affacciarsi alla sua opera, il bisogno e la povertà dell’umanità radicalmente incapace di salvarsi da sola. Maria ci invita a fare quello che Gesù dirà, cioè a vivere quell’alleanza con Dio, nell’obbedienza filiale per amore che lui ha vissuto e nella quale siamo stati inseriti con la grazia del nostro Battesimo. Contempliamo quindi, in Maria, la prima credente, immagine e primizia della Chiesa. Quando sarà giunta l’ora di Gesù, lei sarà sotto la croce a morire con lui per noi. Anche allora sarà chiamata “donna”: in Maria l’attesa di salvezza di Israele diventa incontro con Gesù, il Salvatore. Ella aiuti anche noi a incontrare Gesù nella fede.”
( da Marco Cè Rimanete nel mio amore pag. 30)